Alcuni mesi fa Meta ha introdotto il cosiddetto modello Pay or consent, in sostanza agli utenti di Facebook e Instagram sono state fornite due opzioni: continuare ad utilizzare le piattaforme gratuitamente, accettando di cedere i propri dati per finalità di profilazione, o pagare un abbonamento mensile con la garanzia di non cedere i propri dati.
A parere della Commissione Europea tale modalità non sarebbe però conforme con il DMA (Digital Markets Act) e in particolare con il paragrafo 2 del capitolo 5, secondo cui la richiesta del consenso al trattamento dei dati rimane obbligatoria e si deve avere sempre a disposizione un’alternativa con un minor livello di personalizzazione.
#EUCompetition #DMA #DigitalMarketsAct Commission ???? sends preliminary findings to Meta over its “Pay or Consent” model for breach of the Digital Markets Act ??
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— EU Competition (@EU_Competition) July 1, 2024
In sostanza, secondo i commissari il Pay or consent costringerebbe gli utenti che non desiderano pagare per una sottoscrizione a fornire le proprie informazioni personali per l’uso dei servizi di Menlo Park. Al contrario gli iscritti dovrebbero disporre di una seconda opzione che sia equivalente a quella gratuita ma priva di advertising personalizzato.
Ora è bene precisare che quello espresso dalla Commissione è soltanto un parere preliminare, quindi non è detto che l’esito dell’inchiesta in corso debba essere per forza di cose una sanzione. Tra l’altro l’inchiesta, che potrà durare al massimo 12 mesi, dovrà concludersi entro marzo 2025 e Meta ha quindi ancora diversi mesi per sostenere la propria linea di difesa.
Per quanto riguarda le possibili sanzioni, queste potrebbero arrivare fino al 10% del fatturato generato dalla compagnia a livello mondiale. è previsto inoltre che la multa della Commissione possa essere incrementata fino al 20% nel caso in cui siano state accertate delle violazioni ripetute, così come l’obbligo di vendita totale o parziale nei casi più gravi.