Meta, l’azienda creata da Mark Zuckerberg che gestisce piattaforme utilizzate in tutto il mondo come Facebook, Instagram e WhatsApp, avrebbe deciso di licenziare più di 11 mila dei circa 87 mila lavoratori attualmente impiegati. Parliamo quindi di almeno il 13% della forza lavoro che compone l’organigramma della società californiana.
La notizia, praticamente la più grande ondata di licenziamenti della storia di Meta, sarebbe stata già confermata dal CEO e fondatore che avrebbe spiegato le motivazioni di questa iniziativa facendo riferimento all’esigenza di rendere la compagnia più snella ed efficiente. Questo senza contare il notevole risparmio in termini di retribuzioni.
Ai licenziamenti dovrebbe associarsi un blocco delle nuove assunzioni fissato almeno fino a tutto il primo trimestre del prossimo anno, Meta sarebbe infatti vittima di previsioni sbagliate (soprattutto per quanto riguarda il Metaverso e il mercato dell’advertising) che soprattutto nell’ultimo triennio l’avrebbero portata a reclutare un numero eccessivo di collaboratori.
A fare lo stesso errore sarebbero state però anche altre aziende: quando esplose l’emergenza pandemica la domanda di servizi online aumentò vertiginosamente in poco tempo. Allora in molti pensarono che le nuove abitudini createsi a causa dei lockdown sarebbero diventate strutturali, al contrario negli ultimi mesi gli utenti avrebbero ripreso molti dei comportamenti del periodo pre-pandemia.
A ciò si aggiungano il calo delle entrate derivanti dall’advertising, con Apple a fornire il suo contributo negativo tramite la App Tracking Transparency che vieta il tracciamento senza il consenso degli utenti, e oltre 9 miliardi di dollari (quasi 4 negli ultimi 3 mesi) perduti nell’implementazione del Metaverso dalla divisione Reality Labs.