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LinkedIn chiude in Cina

I responsabili della Casa di Redmond hanno reso noto che la localizzazione cinese del social network professionale LinkedIn chiuderà i battenti entro la fine del 2022. La piattaforma era disponibile nel paese asiatico dal 2014, quindi prima del 2016 quando LinkedIn passo nelle mani di Microsoft in seguito ad un’acquisizione da 26.2 miliardi di dollari.

Come ogni altra multinazionale straniera che voglia lavorare in Cina, anche il gruppo capitanato da Satya Nadella è costretto a fare i conti con le strettissime maglie delle autorità di Pechino e questo di fatto avrebbe impedito a LinkedIn di continuare a proporre le sue funzionalità dedicate al social networking. Il suo sostituto è però già pronto.

Quest’ultimo prende il nome di InJobs ed è stato sviluppato dopo alcune vicissitudini che LinkedIn aveva dovuto affrontare nel corso degli ultimi mesi. A marzo, per esempio, alcune feature erano state bloccate per evitare la circolazione di contenuti non consentiti, mentre a giugno erano stati sospesi i profili di alcuni giornalisti, professori universitari e attivisti politici.

La stessa LinkedIn avrebbe spiegato che sarebbe stato troppo difficile offrire determinati strumenti come quelli che permettono di condividere contenuti, postare commenti o effettuare ricerche su argomenti specifici garantendo nel contempo il pieno rispetto delle leggi cinesi, da qui la decisione di proporre un’alternativa meno aperta alle controversie.

InJobs, disponibile anche sotto forma di applicazione per i dispositivi mobile, sarà quindi una piattaforma estremamente specializzata con il compito di incrociare domanda e offerta di lavoro. Chi volesse utilizzare delle funzionalità social dovrà fare riferimento ad altri servizi ma non Facebook, Instagram o Twitter che non operano più in Cina.

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Claudio Garau
Claudio Garau
Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

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