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Libero Mail a pagamento per chi non accetta i cookie

Nelle scorse ore Italiaonline, cioè la società che fa capo al servizio di posta elettronica, avrebbe inviato una comunicazione agli utenti di Libero Mail nella quale si informa che coloro che non forniranno il proprio consenso per la profilazione pubblicitaria dovranno pagare un canone di utilizzo del servizio pari a 3.99 euro l’anno.

La cifra non è elevata ma potrebbe rappresentare un importante cambiamento in termini di strategia commerciale. La profilazione pubblicitaria permette di mostrare degli annunci personalizzati e quindi più efficaci, senza di essa è possibile proporre soltanto advertising generico con performance meno elevate in termini di conversioni.

Come riportato nel messaggio, Libero Mail è utilizzato attualmente da milioni di persone in tutta Italia. Per garantire la qualità del servizio, i cui introiti si basano in buona parte sugli annunci pubblicitari, è però necessario che gli utilizzatori permettano l’uso dei cookie di profilazione, fornendo i dati indispensabili per generare inserzioni mirate.

Il consenso alla profilazione non può essere obbligatorio per questioni di conformità con il GDPR (General Data Protection Regulation), è però possibile richiedere come alternativa un pagamento per la fornitura di un servizio. La stessa modalità viene utilizzata abbastanza diffusamente dalle piattaforme editoriali e dalle testate giornalistiche online.

E’ bene precisare che questa novità dovrebbe riguardare esclusivamente chi accede alla propria corrispondenza tramite il Webmail messo a disposizione online da Libero Mail. Per chi invece gestisce la posta elettronica su PC o smartphone tramite client come per esempio OutLook, Thunderbird o BlueMail non vi dovrebbe essere alcuna differenza rispetto all’impostazione precedente.

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Claudio Garau
Claudio Garau
Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

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