Secondo le conclusioni contenute nel nuovo Global gender gap report del Wef (World economic forum), date le attuali condizioni del mercato del lavoro potrebbe essere necessario più di un secolo (per la precisione ben 108 anni) affinché la partecipazione femminile al mercato del lavoro raggiunga globalmente i livelli di quella maschile.
A tal proposito i dati raccolti sarebbero impietosi: nonostanti i pregressi tecnologici ottenuti, nel corso del 2018 per le donne non vi sarebbe stato alcun miglioramento dal punto di vista occupazionale, contestualmente vi sarebbero stati dei peggioramenti per quanto riguarda l’accesso all’istruzione, all’attività politica e all’assistenza sanitaria.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, le tecnologie basate sull’Intelligenza Artificiale e l’automazione dei processi di business non starebbero aiutando le donne a reperire nuove occasioni di lavoro, esse infatti continuerebbero ad essere fortemente sottorappresentate nelle professioni che prevedono elevate competenze di carattere tecnico e scientifico.
Prendendo come riferimento le sole dinamiche occupazionali legate all’AI, attualmente soltanto il 22% della forza lavoro impiegata in questo comparto sarebbe composta da donne. Un risultato ancora più preoccupante se si considera il fatto che esso delinea un divario 3 volte superiore a quello registrato in qualsiasi altro settore.
Sarebbe poi molto raro vedere delle donne impiegate in ruoli senior all’interno di aziende innovative. Top manager, sviluppatori software e responsabili IT sarebbero infatti nella stragrande maggioranza dei casi uomini, mentre le donne ricoprirebbero più frequentemente incarichi legati all’analisi dei dati, alla ricerca e alla formazione.