Gli analisti della banca d’affari newyorkese Morgan Stanley avrebbero stimato un pesante calo del fatturato a danno dell’App Store, il marketplace attraverso cui la Casa di Cupertino distribuisce le applicazioni per il sistema operativo mobile iOS. Parliamo nello specifico di un -5% a settembre 2022, il risultato peggiore mai registrato dalla piattaforma dopo il 2015.
Tale momento di crisi sarebbe dovuto in particolare ad un minore interesse degli utilizzatori nei confronti dei mobile game, il giro d’affari di questi ultimi avrebbe subito infatti un decremento pari a ben 14 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno passato. Ma quali potrebbero essere le cause di questo momento no per Apple?
Sicuramente andrebbe considerata una minore propensione alle spese non essenziali da parte degli utilizzatori, persino da quelli degli iPhone che generalmente appartengono ad una categoria di consumatori più orientata verso i prodotti esclusivi. Anche in questo caso inflazione e crisi economica globale avrebbero un ruolo molto rilevante.
Ad oggi l’87% dei ricavi generati da Tim Cook e soci tramite l’App Store deriverebbero da non più di dieci Paesi. In quasi tutti questi ultimi, compresi gli Stati Uniti, il fatturato della piattaforma sarebbe diminuito su base annule con le sole eccezioni di Cina, Taiwan e Sud Corea dove l’ammontare dei ricavi sarebbe rimasto invece stabile.
E’ poi utile ricordare che recentemente l’App Store è stato al centro di un incremento dei prezzi, il prezzo minimo delle applicazioni e degli acquisti in-App è infatti passato da 0.99 euro a 1.99 euro, mentre quello massimo è passato da 999 euro a 1.199 euro. I rincari, in vigore dal 5 ottobre, non hanno riguardato gli abbonamenti e i rinnovi automatici.