Kim Dotcom, fondatore delle piattaforme Megaupload e Megavideo, ha recentemente approfittato della libertà su cauzione per rilasciare un’intervista in cui cerca di difendersi rigettando l’accusa di aver guadagnato infraggendo le leggi a tutela di copyright.
Schmitz avrebbe inoltre affermato di essere stato arrestato soltanto perché visto come un bersaglio facile; a suo parere, se nel conto in banca (ora vuoto) avesse potuto disporre degli stessi capitali di Google, probabilmente ora non sarebbe a rischio di tornare i galera.
L’imprenditore non avrebbe poi mancato di scaricare le responsabilità della pirateria sulle spalle delle stesse Majors; per Dotcom sarebbe loro la colpa di un sistema che prevede la distribuzione di film statunitensi al di fuori dei confini nazionali soltanto mesi dopo il debutto in sala.
Infine, l’intervistato avrebbe sottolineato il fatto di non essere mai stato contattato da alcuna organizzazione per la tutela del diritto d’autore, il suo arresto avrebbe, quindi, soprattutto un valore simbolico: Schmitz è un personaggio molto noto ed il suo arresto ha generato un grande rumore nel mondo scatenando, e questo è confermato dai fatti, una vero e proprio terremoto nel settore del file sharing che ha portato a diverse chiusure e ravvedimenti "spontenei".