Il 14 gennaio 2025, Intesa Sanpaolo, la più grande banca italiana, ha effettuato il suo primo scambio proprietario in Bitcoin. L’operazione ha riguardato l’acquisto di 1 milione di euro della principale criptovaluta al mondo. Il CEO Carlo Messina ha descritto questa operazione come un semplice “test” per valutare la capacità della banca di gestire eventuali richieste future da parte della clientela.
Test d’acquisto per 11 Bitcoin
Nel 2023, Intesa Sanpaolo ha creato una divisione dedicata al trading di asset digitali, iniziando con transazioni spot su criptovalute. Ora la banca ha acquistato 11 Bitcoin con una transazione effettuata lunedì scorso.
Come sottolineato da Messina, per il momento Intesa non avrebbe però alcuna intenzione di diventare una protagonista nel mercato delle criptovalute. L’istituto non ha in progetto di diventare un operatore di Bitcoin. Manterrà invece il suo status di società di gestione patrimoniale pur tenendosi pronta a rispondere alle richieste dei clienti più sofisticati.
Messina ha poi anticipato risultati migliori delle aspettative per il 2025 e ha confermato che Intesa presenterà una nuova strategia pluriennale agli investitori nel 2026. Ha ribadito inoltre che la banca non parteciperà all’attuale fase di consolidamento del settore bancario italiano preferendo concentrarsi sulla crescita indipendente.
Criptovalute: un mercato in crescita
Il valore del Bitcoin è più che raddoppiato nel corso del 2024, sostenuto dall’approvazione di fondi negoziati in borsa (ETF) legati al suo prezzo negli USA e da un contesto normativo più favorevole. Con un valore attualmente vicino ai 100 mila dollari, alcuni analisti prevedono un ulteriore raddoppio entro l’anno.
Nonostante l’evidente potenziale di crescita, Messina ha espresso cautela riguardo agli investimenti in criptovalute. I test hanno riguardato la gestione delle richieste da parte dei clienti ma verranno posti dei limiti molto rigidi e i clienti dovranno dimostrare di comprendere i rischi. Gli investitori non professionali, e in particolare le famiglie, dovrebbero quindi evitare investimenti in criptovalute.