Fino ad ora eravamo abituati a definire "Internet Addicted" un persona che passa molte (troppe) ore navigando su Internet e privandosi per questo del tempo necessario per il sonno, il lavoro, la cura dei propri affetti e della propria salute.
Secondo Mark D. Griffiths, direttore della International Gaming Research Unit presso la School of Social Sciences della Nottingham Trent University, le conseguenze derivanti dalla Internet Addiction dovrebbero essere calcolate non in temini di tempo ma di impatto sull’esistenza di chi ne soffre.
Insomma, prima di definire "malata" una persona che passa parecchie ore davanti al computer, sarebbe necessario valutare variabili meno superficiali di quella cronologica, come per esempio la capacità di quest’ultima di riuscire a percepire nettamente la differenza tra vita reale e "virtuale".
Griffiths ha sottolineato inoltre come, a suo parere, nella valutazione dell’Internet Addiction andrebbero considerate anche alcune varibili spesso ignorate, cioé le motivazioni che spingono una persona a dedicare più tempo alla navigazione che ad altre mansioni giudicate "più sane" dal senso comune.