I vertici di Mountain View hanno stabilito che gli impiegati del gruppo potranno ritornare nei propri uffici non prima di settembre 2021, nei mesi scorsi questo appuntamento è stato rimandato più volte a causa della pandemia di Coronavirus (Sars-Cov-2) che in alcuni stati degli USA, compresa la California, starebbe costringendo le autorità locali ad imporre nuovi lockdown.
Sundar Pichai e soci avrebbero comunque già sottolineato che il rientro dallo smart working non porterà a dinamiche equiparabili a quelle del periodo precedente all’emergenza mondiale, la settimana lavorativa dovrebbe essere infatti articolata in 3 giorni da trascorrere in ufficio e da altri 2 durante i quali vi dovrebbe essere la possibilità di operare da remoto.
Google non rinuncia alla flessibilità: si alterneranno smart working e lavoro in sede
Come sottolineato dallo stesso CEO del gruppo, Google è convinta che una settimana flessibile in grado di alternare remote working e lavoro in sede sia la soluzione ideale per massimizzare il livello di produttività dei collaboratori. A beneficiarne dovrebbe essere anche la cooperazione tra colleghi non più costretti ad una convivenza continua.
Tale progetto è stato annunciato da Big G evidenziando come nessuna compagnia delle medesime dimensioni abbia ancora definito una strategia così innovativa per la migrazione definitiva verso lo smart working, è però chiaro che la sua applicazione pratica potrebbe essere fortemente influenzata dall’andamento della pandemia nei prossimi mesi.
Google è stata una delle prime Big Company ad adottare massicciamente il lavoro da remoto di fronte alla minaccia del COVID-19. Il piano iniziale prevedeva un ritorno in ufficio per luglio 2020, tale scadenza che era stata rimandata direttamente a gennaio del prossimo anno e ulteriormente posticipata prima a luglio 2021 e poi a settembre dello stesso anno.