La recente elezione di Donald Trump alla Presidenza degli Stati Uniti avrebbe costretto alcune piattaforme online a rivedere la propria politica sulla promozione dei contenuti, pare infatti che alcune "bufale" diffuse online su blog, social network, condivisioni e annunci sponsorizzati abbiano avuto un ruolo chiave nel trasformare il tycoon newyorkese nell’uomo più potente del mondo.
Se da una parte Facebook nega di aver avuto un ruolo involontariamente favorevole al candidato repubblicano, ma promette un maggior controllo sul news feed, Mountain View avrebbe già deciso di rivedere la proprie policy e di modificare i termini di utilizzo degli annunci sul network Google AdSense per penalizzare i siti Web che diffondono notizie fasulle.
L’idea sarebbe in pratica quella di effettuare un controllo a monte che coinvolga direttamente gli editori, in questo modo si dovrebbe limitare l’accesso ad AdSense per le risorse che basano il loro business sulla produzione e sulla circolazione di informazioni prive di fondamento. Siti Internet di questo tipo potrebbero registrare un pesante decremento delle proprie entrate pubblicitarie.
Le intenzioni sono buone, ma mancherebbe ancora una soluzione praticabile per la penalizzazione dei siti Web incentrati sulle "bufale", quest’ultima infatti andrebbe ricercata in un nuovo sistema di rating che consenta al motore di ricerca di Google di cancellare tali piattaforme dal proprio indice o di spostarle in coda alla SERP, dove gli utenti non arrivano mai.
Anche Mountain View sarebbe fortemente intenzionata ad adottare provvedimenti che riguardino la qualità dei contenuti veicolati attraverso il proprio circuito pubblicitario; rimane però il problema del controllo, soprattutto in considerazione del fatto che gli ultimi algoritmi utilizzati dal Sito in Blue per combattere le notizie fasulle si sarebbero dimostrati poco efficaci.