L’amministrazione guidata da Joe Biden ha richiesto alle società USA con più di 100 addetti di introdurre l’obbligo della vaccinazione contro il COVID-19 presso i propri dipendenti. Per coloro che dovessero rifiutarsi le conseguenze potrebbero arrivare alla sospensione, ma quale è stata la reazione dei lavoratori delle Big Tech a questa iniziativa?
Nel caso specifico di Google circa 600 collaboratori avrebbero dato vita ad una protesta pubblicando un manifesto in cui verrebbe contestate le modalità dell’obbligo vaccinale. Si tratta di una minima parte della forza lavoro impiegata da Mountain View che conta circa 150 mila addetti, ma sarà interessante scoprire come Sundar Pichai e soci gestiranno questa criticità.
Per aver un quadro chiaro della situazione è bene tenere presente che l’indicazione del Presidente statunitense contiene anche una deadline: entro il 4 gennaio 2021 tutti i dipendenti delle aziende interessate dovranno essere vaccinati. Questo avrebbe portato Big G a richiedere il caricamento dello status vaccinale di ciascun lavoratore entro il 3 dicembre in una piattaforma interna.
L’obbligo di registrazione sarebbe stato stabilito per tutti i collaboratori, sia che lavorino presso gli uffici della compagnia sia che operino da casa o da qualsiasi altro luogo in smart working, mentre per quanto riguarda l’obbligo vaccinale vero e proprio Google avrebbe deciso di estenderlo a tutti coloro che lavorano su contratti governativi, anche da remoto.
Stando alle disposizioni della società, a partire dal 10 gennaio gran parte dei dipendenti del gruppo potranno ritornare al lavoro in presenza per almeno 3 giorni alla settimana. In vista dei rientri Google avrebbe già lanciato diverse campagne per incentivare la vaccinazione, come per esempio un bonus pari a 5 mila dollari per gli addetti dei Data Center.