Nelle scorse ore è stata sostanzialmente confermata la sanzione pari a ben 4 miliardi di euro che la Commissione Europea aveva comminato a Google per abuso di posizione dominante nel mercato delle ricerche con riferimento ai dispositivi mobile. L’ultimo pronunciamento in merito proverrebbe infatti dal Tribunale dell’Unione Europea.
I giudici chiamati a decidere sulla vicenda avrebbero però rimodulato l’ammenda che sarebbe passata dagli iniziali 4,343 miliardi di euro a 4,125 miliardi, questo perché la gravità e la durata dell’infrazione sarebbero risultate (leggermente data l’entità dello "sconto") inferiori rispetto a quanto valutato in prima istanza dai Commissari europei.
La multa nei confronti di Mountain View sarebbe la conseguenza di un’inchiesta nata a seguito di alcune denunce contro la compagnia californiana, quest’ultima infatti sarebbe stata accusata di aver imposto delle restrizioni ai produttori di device mobili con l’obbiettivo di rendere Google un soggetto ancora più forte nel settore della ricerca e di incrementare il ricavato derivante dall’advertising.
Parliamo di una sanzione risalente al luglio del 2018 per un’accusa di posizione dominante correlata a pratiche che, secondo i denuncianti, sarebbero cominciate addirittura nel gennaio del 2011. Ad allungare i tempi della diatriba legale sarebbe stato anche il fatto che Google avrebbe reagito presentando un ricorso proprio presso il Tribunale della UE.
Da parte loro i portavoce del gruppo capitanato da Sundar Pichai avrebbero dichiarato la loro delusione nei confronti dell’ultima sentenza, a parere della socità infatti l’ecosistema Android avrebbe determinato una maggiore scelta sia per i consumatori che per i produttori supportando la crescita di migliaia di aziende in tutto il mondo.