Mountain View ha lanciato Google Bard, la versione del motore di ricerca animata tramite l’Intelligenza Artificiale di LaMDA (Language Model for Dialogue Applications), per proporre un’alternativa al progetto grazie al quale Microsoft è riuscita ad integrare Bing con GPT (Chat Generative Pre-trained Transformer), il modello generativo alla base del chatbot ChatGPT sviluppato da OpenAI.
L’esordio però non è stato un grande successo, questo perché Bard si è dimostrato sin da subito abbastanza impreciso nel fornire le risposte. La delusione degli azionisti si sarebbe così concretizzata in una perdita di capitalizzazione pari a 100 miliardi di dollari (circa il 9% del valore di partenza) che ha costretto Sundar Pichai e soci a rimediare quanto prima.
Ma come evitare che Bard continui a generare strafalcioni in output? Nel modo più "umano" possibile, intervenendo manualmente. Prabhakar Raghavan, senior vice president presso Google e responsabile per Google Search, avrebbe infatti chiesto agli altri dipendenti di Big G di correggere le risposte di Bard, riscrivendole, quando dovessero presentare degli errori.
Chiaramente non tutti potranno intervenire liberamente sul funzionamento di Bard, questo compito spetterà soltanto a coloro che dispongono delle competenze necessarie per identificare un errore e proporre l’alternativa corretta. In ogni caso, chi non dovesse essere assolutamente certo della correzione da apportare verrà invitato a non intervenire.
Si dovranno inoltre rispettare alcune regole, facendo attenzione a non fornire mai consigli riguardo a Medicina e Finanza, usare sempre la prima persona, adottare un tono quanto più neutrale possibile, evitare qualsiasi affermazione razzista o discriminatoria e fare in modo che Bard non possa essere mai percepito come un essere umano o in grado di provare sentimenti.