Come è noto Mountain View ha deciso di venire incontro alle richieste dell’Unione Europea che vedeva nella preinstallazione di alcune applicazioni Made in Google sui device Android una prova di abuso di posizione dominante. I produttori non saranno più obbligati a commercializzare dispositivi equipaggiati con esse ma, nel caso in cui le volessero, non potranno più farlo gratis.
Parliamo naturalmente di soluzioni che fanno riferimento all’ecosistema di Google, come per esempio il motore di ricerca, GMail, YouTube, Google Maps e, naturalmente, il Play Store. Stando al nuovo sistema di licenze ideato dall’azienda californiana l’utilizzo di una di queste App potrebbe costare da un minimo di 2.5 a un massimo di 40 dollari per singolo device.
Quasi sicuramente non verrà superata una quota media superiore ai 20 dollari, ma a livello di prezzo molto potrebbe cambiare a seconda del modello di tablet o smartphone di riferimento e del Paese in cui esso dovrà essere commercializzato. Verrebbero poi esentate dal pagamento le aziende che dovessero preistallare Google o Chrome sottolineandone la presenza a livello di interfaccia.
Tale condizione potrebbe essere letta come un ritorno alla configurazione per la quale Mountain View era stata pesantemente multata dall’Antitrust del Vecchio Continente, questa volta però le accuse di pratiche anticoncorrenziali dovrebbero essere evitate grazie al fatto che i produttori parteciperanno ai guadagni derivanti dall’utilizzo delle App in questione.
E’ da ricordare che Google ha deciso di intraprendere la strada del ricorso contro le sentenze emesse a suo carico, quindi il nuovo sistema di licenze potrebbe anche avere vita breve (o esser comunque mantenuto se ritenuto remunerativo). Esso è stato introdotto per evitare maggiorazioni di multa che sarebbero potute arrivare fino al 5% sui ricavi giornalieri a livello mondiale.