Il Moige (Movimento italiano genitori) ha recentemente presentato i risultati di una rilevazione effettuata dall’Istituto Piepoli secondo cui nel corso dell’emergenza pandemica il tempo trascorso online dai ragazzi tra Internet e Applicazioni, quindi senza tenere conto della DaD (Didattica a Distanza), avrebbe registrato un incremento del 67%.
L’aumento delle ore spese in Rete avrebbe riguardato in particolare i giovanissimi che vivono nelle Isole con il 76%, seguiti da coloro che risiedono nel Meridione, con il 74%, e nelle zone del Nord Est e del Centro del nostro Paese, con il 71%. E’ comunque probabile che tali percentuali siano dovute al recupero di un ritardo verificatosi negli anni precedenti.
L’87% dei genitori non avrebbe gradito l’affermarsi di questo fenomeno, per il 52% di essi le ore di contatto con i figli sembrerebbero essere diminuite. Le reazioni negative sarebbero <tate espresse in particolare dai genitori delle Isole, con ben il 94% di opinioni non favorevoli al cambiamento osservato, anche se per il 77% del campione Internet avrebbe permesso di superare la lontananza forzata dovuta ai lockdown.
Messaggi, contenuti streaming e social network: queste le attività principali dei giovani online
Per quanto riguarda le attività online più diffuse, il 52% dei ragazzi utilizzerebbe i propri dispositivi (soprattutto gli smartphone) per comunicare con gli amici, il 51% per visualizzare contenuti audio/video tramite piattaforme di streaming, il 40% per frequentare i social network e il 33% per informarsi. Il 62% dei giovani italiani di età compresa tra 11 e 14 anni sarebbe iscritto ad Instagram e TikTok.
Tale sondaggio rientra in un progetto intitolato "Giovani Ambasciatori per la cittadinanza digitale contro bullismo e cyber risk" che oltre al Moige vede coinvolti anche il Miur (Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca), la Polizia di Stato, l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e alcune aziende tra cui Vodafone, Trend Micro, Nexi ed Enel.