Se da una parte il Governo ha deciso di mantenere la scadenza del primo gennaio 2019 per l’introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica anche tra privati (B2B), dall’altra il decreto fiscale prevede ora alcune norme appositamente dedicate a rendere meno traumatico il passaggio dalla procedura tradizionale a quella digitale.
Innazitutto, per emettere la fattura si avrà tempo fino a 10 giorni dal completamento dell’operazione ad essa associata, in secondo luogo l’annotazione nel registo dei corrispettivi potrà essere eseguita entro il giorno 15 del mese successivo alla fatturazione. Non vi sarà poi l’obbligo di registrare gli acquisti progressivamente.
L’IVA delle fatture elettroniche potrà essere pagata soltanto una volta avvenuto l’incasso, mentre i corrispettivi dovranno essere obbligatoriamenti trasmessi per via telematica. Ne consegue che le aziende, o chi per loro, non saranno più vincolate alla tenuta in sede degli scontrini, delle fatture e dei registri contabili per eventuali controlli.
Le sanzioni previste per il mancato adeguamento al nuovo sistema sono ora meno severe, non si tratta però di una decurtazione definitiva perché verrà prolungata soltanto per i primi 6 mesi successivi all’entrata in vigore dell’obbligo. Nello stesso modo il decreto fiscale prevede una rimodulazione degli oneri per le imprese innovative, le startup e le PMI.
Con l’avvicinarsi dell’appuntamento di gennaio l’eventualità di un rinvio sembra ormai sempre meno probabile, così come nonostante le recenti pressioni dei commercialisti sembrerebbe altrettanto difficile l’introduzione di una moratoria triennale delle sanzioni per le aziende che dovessero trovarsi in difficoltà durante la migrazione alla e-fattura.