Lo scandalo che vede coinvolte Facebook e Cambridge Analytica potrebbe non essere l’unico grattacapo che Mark Zuckerberg e soci dovranno gestire nel corso dei prossi giorni, a peggiorare le cose vi sarebbe stata una recente inchiesta di Ars Technica che avrebbe fatto emergere un’attività per la raccolta dei dati su chiamate ed SMS degli utenti da parte di Menlo Park.
L’azienda californiana avrebbe già amesso di aver operato in questo modo, sottolineando però che le informazioni così archiviate (e prelevate unicamente da dispositivi Android) sarebbero state raccolte con il consenso degli utilizzatori e mantenute segrete. Non vi sarebbe stato quindi alcun impiego commerciale delle stesse.
Questa nuovi dettagli riguardanti il non sempre facile rapporto tra social networking e privacy sarebbero stati scoperti in seguito alla richiesta di un utente che, dopo aver deciso di rimuovere il proprio account da Facebook, avrebbe richiesto al Sito in Blue l’estratto dei suoi dati personali in possesso della piattaforma.
Tra questi ultimi vi sarebbero stati anche i tabulati relativi a chiamate ed SMS. Ma in che modo Facebook sarebbe riuscita ad arrivare a tali informazioni? In seguito all’installazione dell’applicazione Facebook Messenger. La licenza d’uso di quest’ultima prevedrebbe infatti anche il possibile accesso al dettaglio delle attività telefoniche.
In sua difesa Menlo Park avrebbe sottolineato che si tratterebbe di un’attività assolutamente legale, a permetterne il funzionamento sarebbe infatti la semplice sincronizzazione dei contatti tra Messenger (anche in versione Lite) e rubrica telefonica. Mancherebbero però delle spiegazioni riguardanti il motivo e di questa raccolta e il trattamento che ne viene fatto da Facebook.