Dopo il black out che ha coinvolto tutto il network di Facebook per svariate ore e le rivelazioni di una ex dipendente che hanno messo in dubbio la buona fede del gruppo nell’implementazione dei suoi algoritmi, Menlo Park deve fronteggiare anche una diatriba (per la verità di di vecchia data) contro il regolatore del mercato statunitense.
A parere della FTC (Federal Trade Commission) infatti, la compagnia avrebbe creato un vero e proprio monopolio nei settori del social networking e della messaggistica istantanea tramite l’acquisizione delle piattaforme Instagram (rilevata per 1 miliardo di dollari nel 2012) e WhatsApp (entrata a far parte della famiglia di Mark Zuckerberg e soci nel 2014 per 19.3 miliardi).
Lo scontro in sede legale iniziò per mano della stessa FTC nel dicembre dello scorso anno, il giudice chiamato a decidere stabilì però che non fossero state prodotte delle prove certe con cui dimostrare il controllo totale del mercato da parte di Facebook. La commissione decise comunque di non arrendersi e ripresentò una denuncia più dettagliata per la quale si attende un pronunciamento in novembre.
I portavoce di Menlo Park, ormai abituati a destreggiarsi nel mare in tempesta, avrebbero commentato la nuova iniziativa dell’FTC prevedendo un esito non differente da quello della precedente, questo perché le prove presentate dai commissari sarebbero prive di fondamento anche a dopo una semplice osservazione dei settori in esame.
La linea di difesa di Facebook si baserebbe sul fatto che per ciascun servizio della società esisterebbe un’alternativa. Twitter, iMessage, LinkedIn, Snapchat, TikTok etc. sarebbero tutte piattaforme in grado di vantare un enorme successo escludendo di conseguenza la possibilità che le acquisizioni di Facebook abbiano ostacolato i competitor.