L’audizione di Mark Zuckerberg davanti ai parlamentari europei è andata per molti versi come previsto. Il CEO di Menlo Park si è scusato per le conseguenze di scandali come quello che ha visto coinvolta Cambridge Analytica e ha risposto alle attese domande sul rispetto della privacy e l’applicazione del GDPR. Forse però le novità più interessanti sono giunte proprio dai suoi interlocutori.
A tal proposito varrebbe la pena di citare l’intervento dell’eurodeputato tedesco Manfred Weber che avrebbe chiesto al fondatore di Facebook di citare un’alternativa al suo social network (e a tutte le sue applicazioni satellite) operante nel Vecchio Continente. L’accusa di posizione dominante appare quindi chiara seppur non espressa esplicitamente.
Le posizioni di Weber avrebbero poi trovato sostegno nelle domande di un collega, il belga Guy Verhofstadt. Quest’ultimo infatti avrebbe richiesto a Zuckerberg se fosse disposto a collaborare con le autorità europee per verificare l’esistenza di un monopolio. Anche in questo caso sembrerebbe essere palese il riferimento ad un possibile scorporo delle attività gestite da Menlo Park.
Un monopolio potrebbe essere eventualmente rilevato proprio nelle applicazioni che fanno capo a Facebook, in questo caso gli Antitrust interessati avrebbero mano libera nel richiedere una separazione tra il Sito in Blue, Facebook Messenger, WhatsApp e Instagram. La posizione contraria in merito da parte di Zuckerberg è naturalmente comprensibile.
A sua difesa il CEO avrebbe ricordato che attualmente Facebook detiene un market share non superiore al 6% nel mercato pubblicitario globale, inoltre il settore del social networking e della messaggistica istantanea si starebbe dimostrando molto più competitivo di quanto non possa sembrare, con la creazione continua di soluzioni concorrenti.