Dropbox, nota società specializzata nello storage sul Cloud e nella sincronizzazione multidispositivo, ha recentemente reso noto di aver rinunciato a una parte della propria forza lavoro. Stando a quanto comunicato dai portavoce del gruppo dovrebbero essere licenziati 315 collaboratori per circa l’11% del personale attualmente occupato.
Questa decisione sarebbe stata già ufficializzata tramite una conferma inviata alla SEC (Securities and Exchange Commission), Dropbox è infatti una compagnia quotata in Borsa e tutte le iniziative societarie che potrebbero avere rilevanza per gli azionisti devono essere preventivamente comunicate alle autorità di controllo del mercato finanziario.
Dropbox rivoluziona l’organizzazione del lavoro aziendale in virtù di una maggiore efficienza: licenziamenti e remote working per chi resta
Dopo l’inizio dell’emergenza dovuta alla pandemia di Coronavirus (Sars-Cov-2), i responsabili di Dropbox avevano programmato una revisione dei proprio assetti produttivi che avrebbe dovuto portare tutti i dipendenti in modalità smart working. Un cambiamento che nelle loro intenzioni sarebbe dovuto diventare definitivo, senza un ritorno negli uffici una volta passato il rischio di contagio.
Tale progetto non faceva però pensare che alla maggiore adozione di strumenti per la collaborazione da remoto sarebbero stati associati dei licenziamenti e, a tal proposito, il CEO Drew Houston (che è anche uno dei fondatori di Dropbox) avrebbe giustificato gli esuberi facendo riferimento alle nuove strategie di business delineate nel corso degli ultimi mesi.
Tali strategie, che Dropbox potrebbe essere solo la prima realtà a definire per motivare una riduzione dell’organico, comprenderebbero soluzioni per una gestione più efficiente dei processi di business, l’offerta di nuovi servizi appositamente concepiti per chi deve operare in remote working e l’ulteriore implementazione della piattaforma.