Bruce Lehman, ideatore del Digital Millennium Act quando era consulente della Casa Bianca sotto l’amministrazione di Bill Clinton, ha espresso forti dubbi sull’efficacia della sua creatura e si chiede se i tempi non siano ora talmente mutati da doverne rivedere l’impianto in modo sostanziale.
I dubbi di Lehman sono motivati in particolare dalle recente esperienza canadese; nell’estremo Nord del continente amercano infatti non esiste una legge particolarmente restrittiva in maniera di tutela dei diritti d’autore, ciò nonostante il mercato del file sharing legale si sviluppa in modo molto più deciso che negli Stati Uniti e nel Vecchio Continente.
L’autocritica di Lehman spazia a 360°: il concetto di copyright sarebbe stato tutelato fino ad oggi in modo errato, con il risultato di danneggiare le nuove ideee e favorire i comportamenti illeciti; il DMA ha cercato, sbagliando, di proteggere gli intenti conservatori delle majors che hanno rifiutato di aggiornarsi ed adattarsi ale novità imposte da internet; infine, cosa non meno grave, l’aspetto estremamente restrittivo del DMA avrebbe ingenerato nei più giovani uno scarso rispetto nei confronti della proprietà intellettuale.