Il Deepfake, cioè la tecnica che permette di realizzare immagini e video fasulli utilizzando riproduzioni digitali di pesone e contesti reali, è in continua evoluzione grazie al contributo delle Intelligenze Artificiali. Non sempre il suo uso è però lecito, in verità non lo è quasi mai, e l’FBI ne ha recentemente segnalato un nuovo impiego illegale nelle procedure di recruiting.
In pratica sarebbe sempre più diffuso il fenomeno che vede le soluzioni per il Deepfake utilizzate durante i colloqui di lavoro, questi ultimi infatti si svolgono sempre più spesso tramite videochiamata e per posizioni che devono essere svolte in smart working, consentendo ad utenti malintenzionati di proporre candidati generati digitalmente.
Il colloquio di lavoro da remoto viene svolto da qualcun’altro
La dinamica del raggiro appare abbastanza semplice: un candidato che desiderasse lavorare per una determinata azienda potrebbe essere sostituito da un’altra persona, più competente, con lo scopo di affrontare il colloquio al posto suo, assumendone le sembianze. Ciò potrebbe dare origine ad un vero e proprio mercato di "esperti" pronti ad intervenire dietro compenso.
Questo tipo di truffe potrebbero diffondersi molto rapidamente nei settori in cui ad essere ricercati sono collaboratori ad altissima specializzazione, come per esempio ingegneri, programmatori, sviluppatori ed in generale chiunque possa dimostrare delle competenze elevate nelle cosiddette discipline STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics).
L’FBI consiglia quindi di prestare attenzione a qualsiasi particolare possa far sospettare di essere in presenza di un Deepfake, come per esempio dei movimenti innaturali del volto o la mancata sincronizzazione tra labiale e le parole pronunciate. Alcuni Deepfake sono però talmente ben realizzati che scoprirli diventa spesso molto difficile.