Secondo una ricerca condotta da The European House Ambrosetti i cui dati sono stati presentati Netcomm, il settore del marketplace sarebbe quello che sta registrando le performance più elevate in termini di crescita non soltanto in rapporto al commercio elettronico. Ad oggi in Italia esso occuperebbe circa 16 mila lavoratori per un giro d’affari pari a 8 miliardi di euro.
Nello specifico gli incrementi registrati non riguarderebbero soltanto il dato occupazionale, con un +26% nel corso dell’anno passato, ma anche quello dei ricavi, con un +21% sempre nel 2019. Grazie a questi risultati i marketplace avrebbero fatto meglio dei retailer online, delle attività dedicate alla customer care e dei detentori di marchi.
Le imprese preferiscono vendere i loro prodotti tramite aggregatori piuttosto che sviluppare un proprio sistema di commercio elettronico
A determinare la crescita del fenomeno sarebbe stata in particolare una maggiore volontà da parte delle imprese di partecipare ai grandi aggregatori, questo varrebbe in particolare per le attività commerciali di piccole e medie dimensioni che spesso non hanno programmato di investire tempo e risorse per la realizzazione di un proprio e-commerce.
A guidare tale tendenza sarebbe in particolare la Lombardia che da sola contribuirebbe al fatturato italiano derivante dai marketplace per circa 5 miliardi di euro, in generale però l’utilizzo di questi canali per la vendita sarebbe abbastanza omogeneo in tutta la Penisola con un leggera prevalenza individuata nell’area del Nord Ovest.
La maggior parte dei market place attualmente attivi sarebbero dedicati al commercio di soluzioni per l’ITC e all’abbigliamento, il 56% dei ricavi sarebbe però generato da venditori appartenenti alle più disparate categorie merceologiche. A tal proposito basterebbe citare un settore come quello del Food & Beverage che tra il 2015 e il 2019 avrebbe registrato un incremento del 122.9%