Secondo quanto registrato nel report intitolato "Cybersecurity: The New Source of Competitive Advantage for Retailers" di Capgemini, gli investimenti in Cybersecurity tenderebbero a trasformarsi nel tempo in maggiori guadagni per i rivenditori che operano tramite e-commerce. Nei casi migliori l’incremento dei ricavi potrebbe aggirarsi sui 5.4 punti percentuali.
Tale fenomeno sarebbe motivato in particolare da una maggiore consapevolezza degli utenti riguardo all’importanza degli strumenti per la sicurezza in Rete, soprattutto quando si tratta di operare attraverso piattaforme che consentono di effettuare transazioni monetarie online. La Cybersecurity sarebbe oggi il terzo fattore più importante nell’influenzare la propensione all’acquisto.
Stando così le cose, i retailer potrebbero incrementare ulteriormente le entrate se la cultura della sicurezza fosse più diffusa, infatti se da una parte la protezione dei dati sensibili verrebbe attesa dal 70% degli utenti, soltanto il 44% dei venditori avrebbe provveduto ad informare debitamente i clienti riguardo alle misure di prevenzione adottate.
Nel periodo compreso tra il 2015 e il 2017 ben il 40% dei rivenditori contattati per la rilevazione sarebbe stato vittima di almeno un attacco informatico, nonostante ciò soltanto il 21% degli utenti coinvolti avrebbe ricevuto informazioni complete a riguardo. La strada verso una piena trasparenza si starebbe quindi rivelando ancora lunga.
Il report si chiude indicando quelle che dovranno essere le future priorità per i retailer: comprendere quali sono le reali priorità degli acquirenti e assicurarsi di adottare sistemi di sicurezza sempre aggiornati contro le nuove minacce. Per quanto riguarda gli adeguamenti al GDPR, per ora non più del 40% degli store analizzati potrebbe essere considerato a norma di legge.