Ad oggi TikTok è sicuramente l’applicazione per il social networking di maggior successo, se non altro dal punto di vista della crescita in termini di utenza. Il fatto che però si tratti di un’applicazione cinese ha creato diverse polemiche e preoccupazioni in Occidente per quanto riguarda la tutela dei dati personali, per questo motivo in USA si discute da tempo dell’opportunità di impedirne l’utilizzo.
L’amministrazione Trump ha recentemente offerto a ByteDance, società sviluppatrice del titolo un tempo noto come musical.ly, la possibilità di vendere la propria creatura in terra americana. Tale ipotesi è stata però rigettata nonostante l’interesse di diverse grandi aziende per un’eventuale acquisizione e una valutazione (approssimativa) di decine di miliardi di dollari.
A ciò si aggiunga la contrarietà di Pechino che nel corso delle ultime ore sembrerebbe intenzionata a scongiurare definitivamente la cessione di TikTok ad una realtà estera tramite un’apposito provvedimento legislativo. Quest’ultimo, approvato pochi giorni fa, vieterebbe di fatto l’esportazione di qualunque tecnologia sensibile sia stata prodotta o implementata da società cinesi.
Tale normativa in realtà non avrebbe introdotto un divieto tout court, più precisamente essa imporrebbe che la vendita di prodotti tecnologici considerati rilevanti per l’interesse nazionale debba essere approvata preventivamente dalle autorità del Paese asiatico. Nel caso di TikTok è però prevedibile che non verrà mai concesso alcun nullaosta.
Quale sarà quindi il destino di TikTok negli USA? Washington avrebbe già annunciato che la piattaforma verrà oscurata definitivamente se non si procederà ad una cessione entro il 20 settembre 2020, nel caso in cui ciò dovesse accadere ci troveremmo davanti al primo esempio di protezionismo occidentale applicato al settore dei social network.