Secondo un’analisi svolta dai ricercatori di Adform, società specializzata nelle soluzioni per il marketing, gran parte delle aziende non sarebbero pronte agli importanti cambiamenti che stanno per coinvolgere i sistemi di tracciamento tramite cookie di terze parti. Aziende come Apple (con iOS) e Mountain View (con Google Chrome) sono infatti intenzionate a limitare i tradizionali meccanismi di profilazione.
Per avere un’idea della situazione attuale, basti pensare che il 78% dei brand a livello mondiale e il 74% di quelli della Penisola baserebbero ancora oggi le proprie strategie di marketing sull’impiego di cookie di terze parti, sarebbero invece poche le realtà che hanno già deciso di adottare strategie alternative o che avrebbero in programma di farlo.
Questo ritardo sarebbe imputabile soprattutto alle difficoltà affrontate nel corso del 2020, quando l’emergenza pandemica (comunque ancora in corso) ha costretto numerose imprese a rivedere i propri processi di business e le proprie dinamiche lavorative interne. Il tempo per riorganizzare le modalità di marketing si è quindi ridotto e non di rado si è stati costretti ad ignorare la piccola rivoluzione in atto.
Nuove modalità di raccolta informazioni per la profilazione dell’utente
Per il momento pochissime aziende avrebbero definito un piano di intervento utile a introdurre nuove modalità di tracciamento finalizzate alla personalizzazione dell’advertising, questo nonostante circa 3/4 di esse avrebbero già previsto un impatto negativo anche rilevante sul business conseguente alla diminuita efficacia dei cookie di terze parti.
Google Chrome è oggi il browser per la navigazione Web più utilizzato in Rete e nel corso dei prossimi mesi l’utilizzo di soluzioni di marketing basate sui dati first-party diventerà di fatto obbligatorio, è però opinione condivisa che soltanto i grandi brand potranno gestire facilmente questo cambiamento mentre per altri le perdite in termini di conversioni potrebbero essere anche considerevoli.