Martedì scorso gli utenti che utilizzani ChatGPT si saranno accorti dell’esistenza di un problema che impediva l’accesso alla piattaforma, in alcuni casi era possibile visualizzare il form per l’inserimento dei prompt ma una volta digitata la propria richiesta non si riceveva alcuna risposta, un malfunzionamento che nel complesso è durato diverse ore.
Da notare che praticamente in contemporanea hanno smesso di funzionare anche Perplexity AI e Claude, il chatbot di Anthropic. Per quanto riguarda invece Gemini, il servizio concorrente di Google, le segnalazioni a riguardo sarebbero state poche, quindi è possibile che i Data Center di Big G abbiano retto a quello che è sembrato un vero e proprio blackout mondiale della AI.
Read more about the ChatGPT outage — as well as issues impacting Anthropic’s Claude and Perplexity ??https://t.co/EEGPnIJ1K3
— TechCrunch (@TechCrunch) June 4, 2024
Cosa è accaduto? Perché alcuni dei maggiori provider globali di modelli generativi hanno presentato simultaneamente i medesimi disservizi? Il fatto che tutti e tre le piattaforme siano divenute inutilizzabili nelle stesse ore farebbe pensare che le cause vadano ricercate nel mancato funzionamento delle infrastrutture di rete, quindi non in un problema interno ai fornitori.
Secondo alcuni analisti tutto sarebbe spiegabile facendo riferimento agli altri volumi di traffico: gli utenti che hanno notato l’inaccessibilità del servizio di OpenAI si sarebbero riversati in massa su altri chatbot, tra cui Perplexity AI, Claude e Gemini, ma soltanto i server di Mountain View avrebbero retto l’impatto derivante dall’aumento delle richieste.
Per il momento nessuno dei portavoce delle compagnie coinvolte avrebbe fornito delle spiegazioni in merito alla vicenda, la tesi di un sovraccarico da picchi di traffico embrerebbe comunque la più probabile. Ad oggi le infrastrutture dedicate alle AI sono forse ancora sottodimensionate e questo può tradursi in alcuni casi in momentanei disservizi.