Nel momento in cui viene scritta questa news il valore del bitcoin si aggira al di sotto dei 34 mila dollari, una quotazione particolarmente bassa se si considerano i record del passato (fino a quasi 69 mila dollari) e il fatto che secondo molti analisti la soglia dei 40 mila dollari rappresenti un limite al di sotto del quale le vendite diventerebbero molto più probabili.
Ma quali potrebbero essere state le ragioni di questo crollo non proprio improvviso ma consistente? Stando a quanto riportato dagli ambienti finanziari una delle cause del calo andrebbe ricercata nella decisione da parte della FED (Federal Reserve) di alzare i tassi di interesse con cui le banche prestano denaro alle imprese per i loro investimenti.
Sia Bitcoin che Ethereum hanno dimezzato il loro valore
Al di là di analisi che sono comunque complesse (quando si parla di criptovalute è sempre bene tenere presente il ruolo degli speculatori pronti a monetizzare anche nei momenti più critici), è comunque utile notare come bitcoin non sia stata l’unica valuta elettronica a perdere in poco tempo una buona parte del suo valore di scambio.
A tal proposito basterebbe citare ethereum i cui destini sono storicamente legati a quelli di bitcoin, infatti nel suo momento peggiore quest’ultimo ha registrato un calo di ben 10 punti percentuali per poi recuperarne non più di 3 e piazzarsi poco sopra i 2.200 dollari. In sostanza sia bitcoin che ethereum valgono ora meno della metà rispetto ai loro risultati migliori.
In questo momento anche i titoli tecnologici non starebbero godendo di ottima salute, questo perché proprio a causa dell’inflazione gli investitori starebbero privilegiando i beni rifugio come l’oro e rimandando a tempi migliori le scommesse su tutte quelle realtà che premiano gli investimenti soltanto a lunga scadenza, con la cessione dei dividendi.