La versione di Bing con ChatGPT, il chatbot basato sul modello generativo di OpenAI, è per il momento ancora in fase di test ma i suoi server e il suo algoritmo avrebbero già manifestato alcuni segni di "affatticamento". Ciò avrebbe portato da una parte a reazioni impreviste da parte della AI e dall’altra ad un dispendio notevole in termini di risorse.
Gli sviluppatori di Microsoft hanno quindi deciso che non si potranno porre al sistema più di 50 domande al giorno mentre il limite per singola sessione sarebbe stato fissato a 5. In questo modo la piattaforma dovrebbe essere più controllabile mentre per quanto riguarda la monetizzazione sarebbe stata già pianificata l’introduzione dell’advertising.
Conversazioni troppo lunghe mandano in confusione ChatGPT
Stando alle osservazioni effettuate dalla Casa di Redmond, le conversazioni troppo lunghe non si tradurrebbero in output più precisi, anzi, finirebbero per confondere il chatbot che ad un certo punto non farebbe altro che ripetere le medesime risposta con piccole variazioni dal punto di vista del significato e ad incrementare la quantità di errori.
In sostanza, una volta superate le 15 domande all’interno della medesima conversazione diventerebbe molto probabile avere a che fare con un servizio potenzialmente impreciso e impegnato a produrre comportamenti simili a quelli di un essere umano che sta attraversando un momento di confusione mentale e "sofferenza psicologica".
Per quanto riguarda invece la pubblicità, per adesso si parla della possibilità che il sistema inserisca dei link a pagamento per chi desidera approfondire un determinato argomento. Se così fosse Bing con ChatGPT potrebbe essere programmato per offrire risposte molto più generiche di quelle attuali in modo da favorire la monetizzazione.