Mountain View ha reso finalmente disponibili alcuni nuovi particolari riguardo a Bard (o per esteso "Apprentice Bard"), il chatbot basato sull’Intelligenza Artificiale che la compagnia vorrebbe includere nel proprio motore di ricerca in risposta a ChatGPT, soluzione di OpenAI che presto dovremmo vedere all’opera su Bing di Microsoft.
Per il momento tale progetto sarebbe ancora in fase di test e si basa su "LaMDA" (Language Model for Dialogue Applications), un modello di linguaggio naturale pensato appunto per consentire alle applicazioni di "dialogare" con gli esseri umani. Come sottolineato da Sundar Pichai, CEO di Alphabet, la sperimentazione coinvolgerà inizialmente soltanto un ristretto numero di utenti.
Se tutto dovesse andare come previsto, passeranno poche settimane prima che la platea di utilizzatori venga allargata. Molto dipenderà dal livello di precisione con cui il sistema sarà in grado di offrire risposte. A differenza di ChatGPT Bard lavorerebbe infatti anche su contenuti aggiornati e questo particolare rende il training del chatbot più complesso.
A tal proposito è utile sapere che in fase iniziale Bard sfrutterà una versione depotenziata di "LaMDA", con una capacità computazionale inferiore al reale per limitare il carico di lavoro sui server. Questo significa che in un primo momento saremo in grado di mettere alla prova soltanto una piccola parte delle potenzialità di questa piattaforma.
A questo punto viene da chiedersi se, come già accaduto a ChatGPT con il progetto ChatGPT Plus, anche di Bard esisterà una versione a pagamento. L’alternativa di OpenAI, che nelle prossime settimane dovremmo vedere all’opera sul motore di ricerca della Casa di Redmond, permette infatti di accedere a risposte più rapide e funzionalità addizionali per 20 dollari al mese.