La Casa di Redmond ha presentato la nuova funzionalità Windows Sandbox, una Virtual Machine che fornisce un ambiente isolato all’interno del quale eseguire applicazioni in tutta sicurezza. Si tratta di una soluzione utile in particolare nel caso in cui si voglia testare del software di dubbia provenienza senza arrecare danno al sistema operativo o alle altre App da esso ospitate.
Disponibile di default su Windows 10 nelle versioni Pro ed Enterprise, Windows Sandbox non conserverà le applicazioni eseguite che verranno invece rimosse una volta chiusa la macchina virtuale. Il vantaggio di questa impostazione risiede nel fatto che ad ogni nuovo avvio si potrà lavorare in un environment completamente ripulito.
Tecnicamente Windows 10 funziona sulla base dell’hypervisor Hyper-V che è la soluzione sviluppata da Microsoft per l’implementazione di Virtual Machine. Come le tradizionali piattaforme per la virtualizzazione sfrutta l’hardware a disposizione per l’isolamento del kernel e consente di esguirne un’istanza separata che non interferisca su quella principale.
Completano il quadro una gestione smart della memoria con cui limitare quanto più possibile l’impatto delle esecuzioni sul livello generale delle performance, un processore grafico anch’esso virtuale e il supporto per lo scheduler del Kernel. Windows Sandbox agisce quindi in tutto e per tutto come entità separata dal sistema ospitante.
I primi utenti a cui verrà data la possibilità di mettere alla prova Windows Sandbox saranno naturalmente i tester che hanno aderito al programma Insider (tramite la Build 18301), per tutti gli altri la nuova feature dovrebbe entrare in produzione con Windows 10 19H1, aggiornamento che Redmond avrebbe intenzione di distribuire entro aprile 2019.