Chi utilizza ancora i floppy disk? Guardandosi intorno si sarebbe portati a pensare che questo tipo di supporto sia ormai scomparso. Attualmente nessun produttore di PC inserisce più questo componente nei propri assemblati ed è abbastanza probabile che molti dei cosiddetti "nativi digitali" non ne abbiano mai visto uno o sappiano a cosa serva.
Eppure esiste un Paese in cui nonostante tutto i floppy disk sono sopravvissuti ai CD-ROM e ai DVD (anch’essi in via di estinzione), alle chiavette USB e infine ai servizi di Cloud Computing. Non parliamo di una realtà in via di sviluppo, di un’economia arretrata o di una cultura aliena all’innovazione tecnologica, ma del modernissimo Giappone.
Li, nella stessa terra in cui sono nate aziende come Sony e Nintendo, i floppy disk sono stati utilizzati fino ad oggi insieme ai CD-ROM nell’ambito della Pubblica Amministrazione. Migliaia di differenti pratiche burocratiche sono state espletate in questo modo per decenni, ignorando qualsiasi spinta all’aggiornamento dell’apparato burocratico.
Japanese government finally bids sayonara to the 3.5" floppy disk https://t.co/2tf8pSQODB
— The Register (@TheRegister) January 29, 2024
Nel 2022 però (quindi molto di recente), qualcuno all’interno del sistema istituzionale nipponico si è accorto dell’inefficienza di questa scelta. I floppy disk permettono infatti di conservare una quantità estremamente limitata di dati (1.44 MB per unità), si guastano molto facilmente e, elemento non secondario, praticamente tutte le grandi aziende hanno smesso di produrli da anni.
Per proporre un esempio in proposito, basti pensare che Sony non realizza più floppy disk dal marzo del 2011, nella maggior parte dei casi quelli utilizzati in Giappone facevano quindi parte di stock generati dall’invenduto o dal riciclo di vecchie unità. Ora anche il governo del Sol Levante ha deciso di abbandonarli, chiudendo un’era iniziata nel lontano 1967.