Secondo un’analisi presentata dagli analisti di Gartner, entro il 2030 tutte le attività nei dipartimenti IT saranno svolte con il supporto dell’intelligenza artificiale. Attualmente, circa l’81% del lavoro in azienda viene eseguito da esseri umani, senza alcun aiuto di sistemi AI, ma la tendenza potrebbe cambiare rapidamente. Entro il 2030, il 75% delle attività sarà realizzato da personale umano affiancato dall’AI, mentre la parte restante sarà gestita interamente da sistemi automatizzati.
L’impatto sul lavoro e sugli organici delle aziende
Sempre secondo Gartner, questa evoluzione non comporterà un drastico calo occupazionale. Attualmente infatti, solo l’1% delle perdite di lavoro sarebbe attribuibile all’AI e non si prevede un impatto occupazionale negativo nei prossimi cinque anni. I ruoli di ingresso potrebbero però ridursi in quanto sempre più spesso l’AI permetterà ai senior di assumere compiti che un tempo venivano affidati a figure junior.
I responsabili dei dipartimenti IT dovrebbero quindi capire che nel prossimo futuro sarà necessario saper quantificare il valore della maggiore capacità lavorativa dovuta all’AI. Questo tramite dei progetti e che possano giustificarne l’impiego (e i relativi investimenti).
Adottare l’AI non sarà né facile né economico
Gartner prevede non poche difficoltà nell’adozione dell’AI da parte delle aziende. Infatti, i costi legati a dati, formazione continua, gestione dei modelli e verifica dell’accuratezza delle risposte possono rendere complesso l’ottenimento di ritorni economici. Ad oggi, il 65% dei CIO non riuscirebbe a raggiungere il break-even (pareggio tra entrate e uscite) sugli investimenti in AI.
Gli analisti consigliano quindi di rivolgersi a grandi realtà come AWS, Microsoft e Google. Per ora, compagnie come OpenAI, Meta, Anthropic, DeepSeek o XAI sono sarebbero invece “enterprise ready“.

