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Brave browser e la VPN non richiesta

Secondo quanto riportato da alcune testate online (in particolare Android Police e Ghacks) il browser Web Brave avrebbe installato alcuni file del suo servizio VPN (Virtual Private Network) nei terminali degli utilizzatori senza renderlo noto a questi ultimi. Tale problematica riguarderebbe nello specifico i computer equipaggiati con sistema Windows.

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A livello tecnico l’installer dell’applicazione porterebbe con sé i file di due servizi: il primo prende il nome di Brave VPN Wireguard, destinato a bloccare i tracker e di crittografare e proteggere le connessioni. Il secondo è invece Brave VPN che è appunto la funzionalità con cui il browser si interfaccia al network privato fornito dalla compagnia.

Il servizio VPN di Brave non è gratuito ma costa 9.99 dollari al mese, può essere utilizzato su Desktop, Android e iOS e comprende anche un firewall. Come tutte le altre soluzioni simili esso ha il compito di nascondere l’attivtà online di un utilizzatore agli ISP (Internet Service Provider) e agli utenti che si collegano dalla medesima rete Wifi.

è bene specificare che nonostante la presenza dei file precedentemente citati i servizi non vengono attivati automaticamente, perché ciò sia possibile è necessario sottoscrivere un abbonamento. Il browser può essere inoltre utilizzato con tutte le sue funzionalità standard (e gratuite) senza la necessità di abilitare la VPN a pagamento.

In ogni caso la presenza di Brave VPN Wireguard e Brave VPN non rappresenta alcun pericolo per la riservatezza degli utenti e i server di Brave non ricevono alcun dato attraverso di essi. L’errore sarebbe stato già ammesso dagli sviluppatori del progetto, tra l’altro fortemente incentrato sul rispetto della privacy, con tanto di rassicurazione che verrà corretto prima possibile.

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Claudio Garau
Claudio Garau
Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

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