Secondo la ICO (Information Commissioner’s Office), agenzie che in Gran Bretagna si occupa di tutelare la privacy degli utenti, i gestori dell’applicazione per la messaggistica istantanea WhatsApp non dovrebbero essere sanzionati in quanto la piattaforma non condivide dati con Facebook. Entrambi i servizi fanno capo alla medesima proprietà, Menlo Park.
L’ICO avrebbe formulato questa sentenza dopo un’indagine cominciata nel corso del 2016, cioè circa 2 anni dopo il passaggio dell’App nella grande famiglia di Mark Zuckerberg, ma quanto deciso sarebbe stato basato su una semplice "promessa" da parte dei responsabili di WhatsApp che avrebbero assicurato di non voler fornire i dati di quest’ultima a Facebook.
E’ quindi probabile che l’autorità del Regno Unito abbia voluto prendere tempo in attesa che venga applicato il GDPR (General Data Protection Regulation), nuova normativa europea molto severa riguardo al trattamento dei dati. Nonostante la Brexit Londra dovrà infatti osservare i dettami della UE almeno fino al 2019.
Gli ispettori avrebbero deciso di credere alle affermazioni della controparte perché avrebbero verificato che i dati di WhatsApp verrebbero spostati sui server di Facebook soltanto ai fini dell’elaborazione e non della raccolta. In pratica la prima sfrutterebbe i Data Center della seconda soltanto per disporre della loro capacità di calcolo.
A livello di protezione della privacy non sarebbe stata quindi riscontrata alcuna violazione, le cose potrebbero però cambiare una volta entrata in vigore la GDPR (28 maggio 2018), il regolamento infatti introduce nelle norme molto restrittive anche per quanto riguarda il semplice transito delle informazioni personali tra piattaforme di aziende diverse.