Aruba, InfoCert e Trust Technologies hanno commissionato uno studio ai ricercatori di IDC con lo scopo di misurare anche economicamente gli effetti dell’introduzione della PEC (Posta Elettronica Certificata) in Italia. I risultati evidenzierebbero diversi benefici che vanno oltre la sola sostituzione delle comunicazioni via raccomandata.
Tra i traguardi raggiunti vi sarebbe per esempio una netta riduzione dei tempi di attesa dovuti al ritiro delle comunicazioni presso gli uffici postali, in questo caso il risparmio sarebbe stato pari a 2.150 anni-uomo soltanto lo scorso anno, mentre entro il prossimo biennio si dovrebbe arrivare ad almeno 3.234 anni-uomo (il corrispondente di ben 129 generazioni).
Da sottolineare anche la liberazione degli spazi di archivio, nel 2019 la PEC avrebbe permesso di liberare 1.3 milioni di metri quadri che dovrebbero arrivare a 1.68 milioni entro il 2022. Per avere un termine di paragone, basti pensare che in 2 anni si potrebbe arrivare a liberare una superficie corrispondente a quella di 235 campi da calcio.
Un terzo aspetto rilevante riguarda l’impatto ambientale, i veicoli che trasportano la corrispondenza cartacea contribuiscono infatti ad incrementare le emissioni inquinanti. Grazie alla PEC sarebbero stati percorsi 253 milioni di Km in meno nel 2019 (78 mila tonnellate di CO) e nel 2022 il dato potrebbe crescere fino a 2.6 milioni di Km (120 mila tonnellate).
Fino allo scorso anno l’utilizzo della PEC avrebbe determinato un ritorno economico pari a 2.2 miliardi di euro, se dovesse mantenersi inalterata l’attuale tendenza ci si attende che tra il 2020 e il 2022 tale dato possa crescere fino a 4.2 miliardi di euro. Naturalmente esso potrebbe migliorare ulteriormente grazie ad una maggiore digitalizzazione della corrispondenza.