La Casa di Redmond potrà portare a termine l’acquisizione di Activision Blizzard per 69 miliardi di dollari. A stabilirlo è stata la giudice Jacqueline Scott Corley della corte di San Francisco, rigettando la richiesta della FTC (Federal Trade Commission) intenzionata ad impedire la creazione di un nuovo soggetto dominante nel settore del gaming.
Ora, almeno in teoria, Microsoft non dovrebbe avere più alcun impedimento in madrepatria e lo stesso vale per l’Europa, dove l’operazione ha ricevuto il nullaosta da parte della Commissione lo scorso 15 maggio. A parere di quest’ultima, infatti, la compagnia di Satya Nadella non avrebbe alcun vantaggio nel bloccare la distribuzione dei titoli Activision su console concorrenti della Xbox.
1/We're grateful to the court for swiftly deciding in our favor. The evidence showed the Activision Blizzard deal is good for the industry and the FTC’s claims about console switching, multi-game subscription services, and cloud don’t reflect the realities of the gaming market.
— Phil Spencer (@XboxP3) July 11, 2023
L’ultimo scoglio da affrontare è ora quello della CMA (Competition and Markets Authority). L’agenzia britannica avrebbe espresso infatti alcune preoccupazioni riguardanti la libera concorrenza nel mercato del Cloud Gaming, sostenendo che la fusione tra le due aziende potrebbe portare alla creazione di un soggetto in grado di influenzarne le dinamiche per almeno 10 anni.
Nello specifico la giudice del tribunale californiano avrebbe sentenziato che da parte della FTC non sarebbero state fornite prove sufficienti in grado di dimostrare con certezza che la concorrenza sarebbe stata danneggiata dall’acquisizione. Microsoft avrebbe infatti assicurato che i titoli di Activision non saranno ritirati dalle altre console.
I componenti della FTC hanno comunque la possibilità di presentare ricorso. Per quanto riguarda invece il Regno Unito, Redmond potrebbe trovare il modo di adeguarsi alle richieste della CMA oppure decidere di completare l’acquisizione solo nei paesi dove è stata autorizzata. In quest’ultimo caso il mercato britannico verrebbe escluso dalla distribuzione.