Il documento relativo al Piano di sicurezza per il 2020-2025 della Commissione Europea contiene un’importante precisazione riguardante il concetto di "sicurezza", grazie ad esso infatti viene superata la tradizionale distinzione tra sicurezza online e offline e viene riconosciuta la trasversalità di alcune attività malevole così come delle contromisure utili a contrastarle.
Come sottolineato dai commissari per bocca della vicepresidente Margaritis Schinas, la dicotomia tra l’online e l’offline è da considerarsi ormai soltanto formale, questo perché la realtà fisica e quella digitale interagiscono in qualsiasi aspetto della nostra quotidianità. Qualsiasi strategie per la sicurezza deve quindi tenere conto di entrambi.
Non è quindi un caso che il documento parli chiaramente di "minacce ibride" che possono essere rivolte contro diverse tipologie di target comprese le infrastrutture critiche come per esempio le telecomunicazioni, la sanità, le organizzazioni di protezione e difesa civile, i sistemi di gestione delle reti idriche, la finanza e gli istituti bancari.
Il valore di questo pronunciamento risiede nel fatto che l’approccio alla sicurezza dovrà essere il medesimo indipendentemente dal settore di riferimento, si dovrà quindi riservare la stessa attenzione ai Cyber criminali che agiscono per scopo di lucro così come ai Cyber terroristi, l’obbiettivo deve essere infatti quello di creare un "perimetro di sicurezza" valido in tutti gli stati membri dell’Unione Europea.
La proposta della Commissione è quindi quella di creare un polo europeo dell’innovazione per la sicurezza interna, attualmente infatti il maggior limite allo sviluppo del perimetro precedentemente citato è la mancanza di un reale coordinamento. Quest’ultimo potrà essere raggiunto soltanto grazie alla stesura di normative unanimamente condivise.