Con l’evoluzione dei modelli generativi è ormai sempre più difficile distinguere tra i contenuti realizzati da esseri umani e quelli creati dalle Intelligenza Artificiali, siano essi testi o immagini. Per questo motivo l’Unione Europea vorrebbe introdurre un watermark, una sorta di "bollino" di riconoscimento, per distiguere più facilmente i secondi dai primi.
Tale iniziativa vede un’inedita collaborazione tra le autorità del Vecchio Continente e quelle degli Stati Uniti, con l’intenzione di richiedere alla principali piattaforme online che utilizzano le AI (Google, Meta, Microsoft, Amazon con Twitch..) di "marchiare" all’origine qualsiasi elemento sia stato generato da un chatbot come ChatGPT o da un servizio text-to-image come Midjourney.
In questo modo gli utenti dovrebbero avere la possibilità di capire da subito la natura del contenuto che stanno leggendo o visualizzando. Si dovrebbe trattare quindi di uno strumento utile contro le campagne di disinformazione che potrebbero ricevere un boost particolarmente rilevante attraverso il contributo di soluzioni come GPT o simili.
Thierry Breton, commissario per il mercato interno della UE, e Vera Jourova, vice presidente della Commissione europea per i valori e la trasparenza, avrebbero definito il watermark come una "traccia" da inserire nel codice di condotta contro la disinformazione che dovrebbe essere osservato per tutelare gli utenti dai potenziali rischi della AI.
L’idea dei commissari potrebbe essere implementata in vari modi, anche perché fino ad ora non sono state fornite delle specifiche riguardanti quelle che potrebbero essere le caratteristiche del watermark. Se dovesse essere visibile potrebbe rappresentare un limite più per la creatività e la produttività tramite le AI che per la generazione di fake news.