Le società cinesi Huawei e ZTE potrebbero essere escluse dai fornitori di apparecchiature per il 5G negli stati membri dell’Unione Europea. Secondo la Commissione Europea infatti, l’uso di queste ultime presenterebbe alcuni rischi rilevanti per la cybersicurezza, tali da sconsigliarne l’impiego nelle infrastrutture delle reti che implementano lo standard 5G.
Le prime reazioni da parte delle aziende chiamate in causa non si sarebbero fatte attendere, i portavoce di Huawei avrebbero sottolineato ad esempio che tali esclusioni non sarebbero supportate da valutazioni di carattere tecnico. In mancanza di verifiche oggettive l’iniziativa dei commissari dovrebbe essere quindi considerata discriminatoria.
A tal proposito è bene ricordare che la stessa compagnia di Shenzhen vanta diverse partecipazioni al programma quadro Horizon Europe con cui l’Unione Europea sostiene progetti incentrati su ricerca e innovazione per il periodo 2021-2027. La sua dotazione finanziaria complessiva ammonta a quasi 95 miliardi di euro di cui 5.4 per il piano Next Generation EU.
Ma quali sarebbero le possibile incognite di nuove collaborazioni con Huawei e ZTE? Queste ultime andrebbero ricercate nella definizione di "high-risk supplier" (fornitore ad alto rischio). In essa rientrano tutte le realtà che secondo la Commissione potrebbero comportare un’esposizione dei dati delle communicazioni corporate attraverso i network mobile.
Come indicato in un recente comunicato ufficiale, in base a tali considerazioni i commissari avrebbero deciso di non fare riferimento a Huawei e ZTE per nuove forniture legate alle connessioni in 5G. Le apparecchiature già utilizzate degli stessi fornitori dovranno essere inoltre sostituite se impiegate per le comunicazioni interne agli stati membri.