Secondo quanto riportato dal New York Times Travis Kalanick avrebbe rassegnato le sue dimissioni da CEO di Uber; l’ormai ex amministratore delegato del gruppo non avrebbe però agito di sua spontanea volontà, ma in seguito ad una presa di posizione a lui fortemente contraria da parte degli investitori.
Come è noto nel corso degli ultimi anni Kalanick ha dovuto fronteggiare diverse vicissitudini a danno del gruppo (opposizione dei tassisti, legislazioni non sempre favorevoli, proteste sul trattamente economico dei lavoratori..), ma a dargli il colpo di grazia sarebbe stata una lettera da lui scritta tempo fa in cui venivano dispensati consigli su come gestire le relazioni sessuali tra dipendenti.
Una situazione troppo pesante per non preoccupare i finanziatori, questi ultimi avrebbero quindi deciso di inviare un messaggio intitolato "Moving Uber Forward" nel quale esplicitare l’esigenza di un cambio al vertice. Uber vanterebbe una capitalizzazione stimata pari a circa 68 miliardi di dollari, ma la qualità della leadership potrebbe essere fondamentale per l’incremento o il solo mantenimento di questo valore.
Kalanick rimarrà all’interno del board di Uber, compagnia della quale e cofondatore insieme al meno conosciuto Garrett Camp, ma il suo dispiacere per l’accaduto trasparirebbe da una mail inviata successivamente alle dimissioni, dove spiegherebbe di aver optato per un passo indietro in modo che l’attività dell’azienda non venga rallentata da conflitti interni.
Ad oggi il nome del nuovo amministratore delegato non sarebbe stato ancora comunicato, ma chiunque egli sia dovrà gestire una serie di incombenze spinose tra cui anche la causa legale che vede Uber contrapposta alla Waymo (controllata di Google tramite il conglomerato finanziario Alphabet) per una diatriba riguardante la violazione di brevetti.