L’episodio che ha visto la Casa di Cupertino contrapporsi all’FBI per non concedere a quest’ultima l’accesso ai dati cifrati presenti in un iPhone utilizzato per indagini anti-terrorismo sembrerebbe essere già divenuto un precedente; anche i responsabili di Twitter avrebbero deciso di non mettere a disposizione le informazioni registrate dalla propria piattaforma alle autorità statunitensi.
L’iniziativa riguarderebbe anche i dataminer che utilizzano i servizi di analisi sui micropost del Sito Cinguettante, questi ultimi non potranno effettuare commercio delle informazioni a loro disposizione, cioè non sarà consentita la cessione di tali dati a soggetti istituzionali in cambio di un compenso. Diversamente il gruppo capitanato da Jack Dorsey ricorrerà alle vie legali.
In questo caso il primo soggetto coinvolto dovrebbe avre un nome ben preciso, Dataminr, attualmente l’unico gruppo non facente parte della famiglia di Twitter (che ne possiederebbe una quota minima pari al 5%) a poter accedere in tempo reale agli aggiornamenti della timeline del servizio e a poterli distribuire su richiesta per eventuali elaborazioni.
Secondo quanto riportato sulle colonne del Wall Street Journal, il colosso del microblogging non avrebbe alcuna intenzione di farsi passare come un alleato di agenzie governative quali CIA ed NSA, gli utenti statunitensi sarebbero infatti sempre più preoccupati dalle attiività di monitoraggio e tecno-controllo operate da queste ultime.
Da parte loro le istituzioni americane avrebbero già criticato aspramente la decisione di Twitter, azienda accusata dall’intelligence USA di comportarsi in modo palesemente ipocrita nell’autorizzare la vendita dei propri dati ai privati e non a soggetti pubblici. Da parte sua l’azienda avrebbe risposto che i dati di Twitter sarebbero già da tempo disponibili pubblicamente in forma grezza.