Dopo essere diventato proprietario (forse controvoglia) del social network Twitter per l’astronomica cifra di 44 miliardi di dollari, Elon Musk ha deciso di rientrare almeno in parte nell’investimento licenziando circa la metà dei dipendenti del gruppo. In sostanza, su 7.500 impiegati oltre 3.700 sarebbero stati mandati a casa da un momento all’altro.
Questi ultimi potrebbero non essere però le uniche "vittime" del nuovo corso imposto dall’uomo più ricco del pianeta, il miliardario sudafricano avrebbe optato infatti anche per un allontanamento di grand parte dei collaboratori esterni a contratto. Nello specifico i lavoratori interessati dovrebbero essere non meno di 4.400 su 5.500 unità.
Stando alle notizie circolate nelle ultime ore, i collaboratori esterni licenziati si sarebbero accorti di quanto stava accadendo per via del fatto che i loro account di posta elettronica e Slack erano stati disattivati. Ad essi non sarebbe stato fornito alcun preavviso, neanche quello seppur brevissimo che l’azienda avrebbe inviato agli interni allontanati.
I licenziamenti avrebbero riguardato diverse forme di collaborazione in vari settori, come per esempio la moderazione dei contenuti, le attività di marketing e il real estate. Alcuni di essi avrebbero lamentato difficoltà nel ricevere i pagamenti dovuti per il lavoro fatto fino ad ora perché non disporrebbero più di un referente all’interno di Twitter.
A questo punto in molti si chiedono se la piattaforma potrà continuare a funzionare correttamente con meno della metà dei dipendenti (tra interni ed esterni) rispetto a soltanto qualche giorno fa. Alcune fonti parlerebbero addirittura di impegati richiamati in grande fretta dopo il licenziamento perché rivelatisi effettivamente indispensabili nel loro ruolo.