A poche ore dall’inizio del suo secondo mandato come presidente, Donald Trump ha annunciato un piano ambizioso e per alcuni aspetti controverso per salvare TikTok. La proposta, che include una joint venture tra TikTok e il governo degli Stati Uniti, ha comunque sollevato dubbi legali e costituzionali.
Il piano di Trump per salvare TikTok
L’accordo proposto da Trump prevede che il governo statunitense detenga il 50% della proprietà di TikTok. L’ex (e nuovo) presidente ha dichiarato che ciò non comporterà rischi economici per gli Stati Uniti in quanto il governo fornirà soltanto l’approvazione necessaria per il funzionamento dell’app.
A questo proposito alcuni esperti hanno sottolineato che la soluzione potrebbe non rispettare le normative vigenti. Con questioni che riguardano direttamente il Primo Emendamento. Qualsiasi moderazione dei contenuti da parte di una piattaforma co-gestita dal governo potrebbe essere considerata infatti un atto istituzionale.
Trump ha attribuito il successo della sua campagna elettorale a TikTok, citando il lavoro di un suo giovane collaboratore, soprannominato “TikTok Jack”. L’ex presidente ha dichiarato inoltre che la piattaforma ha giocato un ruolo cruciale nel conquistare il voto dei giovani, un segmento tradizionalmente difficile per il Partito Repubblicano. A dimostrarlo vi sarebbe un margine di ben 36 punti sul voto giovanile.
I problemi per la sicurezza nazionale
Nonostante i rischi legati alla sicurezza nazionale che hanno motivato la precedente decisione di bandire TikTok, Trump sostiene ora che sia essenziale preservare l’app per proteggere i posti di lavoro creati grazie ad essa e mantenerne il controllo economico negli Stati Uniti. A suo parere infatti un eventuale ban favorirebbe la Cina che potrebbe essere l’unica a guadagnare dal giro d’affari generato dal social network.
Il piano, che secondo Trump potrebbe aumentare notevolmente il valore di TikTok, non ha però mancato di suscitare qualche scetticismo. La mancanza di dettagli e il potenziale conflitto con le leggi sulla separazione tra governo e imprese private pongono infatti degli interrogativi sulla fattibilità del progetto.
Diventa inoltre meno probabile l’ipotesi che Elon Musk possa prendere il controllo, e acquisire la proprietà, della piattaforma.