Secondo una recente rilevazione di TorrentFreak, nel corso dell’anno appena passato le attività legate alla pirateria avrebbero subito un sostanziale rallentamento. Tale conclusione sarebbe in piena contraddizione con la tesi secondo cui l’emergenza dovuta alla pandemia avrebbe favorito la fruizione illegale di contenuti protetti da copyright.
A onor del vero, e sempre stando a quanto sottolineato dai ricercatori, a contrastare la pirateria non sarebbe stata una maggiore consapevolezza degli utenti nei confronti del diritto d’autore ma il miglioramento degli algoritmi di Google ora in grado di identificare più rapidamente i link che portano a risorse pubblicate a danno di autori ed editori.
Si è verificato un forte calo dei click verso contenuti illegali provenienti dai motori di ricerca e da piattaforme e canali social che non esistono più
Percentuali alla mano, il traffico diretto verso i siti Web dedicati alla pirateria e non proveniente dai motori di ricerca sarebbe diminuito di circa 10 punti nel periodo compreso tra dicembre 2019 e novembre 2020, in buona parte dei casi tale fenomeno sarebbe stato disincentivato dalla chiusura di diverse piattaforme e canali social che diffondevano link verso contenuti distribuiti in violazione alle norma vigenti.
Ben più rilevante la flessione relativa al traffico prodotto dai motori di ricerca, nella stragrande maggioranza dei casi quello di Mountain View, a questo proposito infatti si potrebbe osservare un calo del 35% con un andamento ancora più marcato a partire dalla seconda metà del 2020 che sarebbe proseguito fino agli ultimi mesi dell’anno.
Big G è stata più volte accusata di non intervenire con abbastanza fermezza per scoraggiare la diffusione di link a contenuti piratati nei risultati delle ricerche, il ricorso sempre più massiccio a soluzioni per il downranking basate sul machine learning avrebbe però consentito di limitare la loro presenza nella SERP (Search Engine Results Page) contrastando più efficacemente le attività illecite.