Secondo Pavel Durov, imprenditore russo noto per aver creato l’applicazione per la messaggistica istantanea Telegram, WhatsApp potrebbe diventare uno strumento di sorveglianza. Ciò sarebbe dovuto al fatto che la piattaforma potrebbe essere utilizzata da utenti malintenzionati per accedere agli smartphone degli utenti e prenderne il controllo.
Il riferimento di Durov riguarda una vulnerabilità che gli sviluppatori di Meta, società proprietaria di WhatsApp, avrebbero già corretto tramite il rilascio della realease 2.22.16.12. Parliamo nello specifico di un problema di sicurezza attraverso cui un attaccante avrebbe potuto violare un dispositivo attraverso un filmato condiviso o una videochiamata.
Sempre a parere di Durov l’ultimo aggiornamento di WhatsApp non dovrebbe essere considerato risolutivo, questo perché l’applicazione concorrente aveva manifestato dei problemi simili anche in precedenza. A tal proposito basti ricordare che nel 2017, 2018, 2019 e 2020 sarebbero state individuate delle falle in grado di esporre gli utenti alle medesime minacce.
Anche se non è facile credergli, Durov avrebbe sostenuto che quanto da lui affermato non dovrebbe essere interpretato come un invito a passare da WhatsApp e Telegram. Quest’ultima infatti non ne avrebbe alcuna necessità potendo contare su 2 milioni di nuove iscrizioni al giorno e una community composta da ben 700 milioni di utenti.
Il pericolo che le applicazioni per la messaggistica vengano utilizzate per azioni malevole su larga scala rimane comunque reale, questo anche per via del fatto che si tratta di piattaforme che raccolgono miliardi di persone non tutte in grado di tutelarsi efficacemente da minacce come il phishing e le più moderne tecniche di social engineering.