L’emendamento alla Legge di Stabilità sull’introduzione di una nuova tassa a carico dei colossi del Web è stato ritirato per decisione della Commissione Bilancio del Senato; il discorso riguardante la famigerata "Google Tax" dovrebbe essere quindi rimandato.
Il deputato del Pd Francesco Boccia, autore del testo dell’emendamento, avrebbe commentato lo stop definendolo per forza di cose temporaneo, a suo parere infatti i giganti di Internet che operano anche in Italia non potranno "dribblare" il fisco ancor a lungo.
Il riferimento di Boccia non è naturalmente solo a Google ma anche anche ad altre realtà universalmente conosciute come per esempio Amazon, Facebook e Apple, a suo dire tutte colpevoli di generare grandi profitti sul Web della Penisola pagando imposte estremamente sottodimensionate.
Nel caso specifico il problema riguarderebbe il fatto che molte aziende internazionali lavorano e guadagnano in Italia ma fatturano in paesi noti per la loro fiscalità di vantaggio (come ad esempio Irlanda e Lussemburgo) per cui l’unica soluzioni possibile al momento sembrerebbe quella dell’obbligo di dotarsi di una partita IVA nostrana.