Sam Altman, CEO dell’organizzazione no profit OpenAI a cui si deve il chatbot ChatGPT, avrebbe confermato ancora una volta che gli sviluppatori del progetto non sono impegnati nella realizzazione del modello generativo GPT-5. Tale chiarimento sarebbe stato fornito nel corso di una conferenza organizzata dalla testata indiana Economic Times.
great conversation with @narendramodi discussing india's incredible tech ecosystem and how the country can benefit from ai.
really enjoyed all my meetings with people in the @PMOIndia. pic.twitter.com/EzxVD0UMDM
— Sam Altman (@sama) June 9, 2023
Stando alle parole di Altman, attualmente OpenAI sarebbe concentrata nel miglioramento di GPT-4, la versione del modello che viene utilizzata con alcuni adattamenti da Microsoft per Bing Chat ma che su ChatGPT è disponibile unicamente tramite l’abbonamento Plus, che costa 20 dollari al mese, o utilizzando le API del servizio nelle proprie applicazioni.
Stando così le cose ad oggi non sarebbe in corso alcuna fase di training per GPT-5 e il suo sviluppo non sarebbe stato avviato. Al contrario il progetto si troverebbe ancora ad uno stato più che embrionale e il team che dovrebbe occuparse si sarebbe limitato a buttare giù qualche idea riguardo a quella che potrebbe essere l’evoluzione della piattaforma.
Come specificato da Altman, la fase di rilascio e distribuzione di GPT-4 avrebbe richiesto circa 6 mesi di lavoro, proporre un prodotto migliore e più preciso nelle risposte rispetto a GPT 3.5 non sarebbe stato facile. GPT-5 potrebbe richiedere tempi anche molto più lunghi e per il momento il progetto sarebbe ancora lontano dall’iniziare.
Ad oggi il CEO è impegnato soprattutto in un’opera di comunicazione, il suo obbiettivo è infatti quello di convincere le autorità delle principali potenze economiche mondiali (tra cui appunto l’India) ad unire le forze per definire una legislazione comune dedicata alle Intelligenze Artificiali e all’impatto del loro utilizzo sulle dinamiche economiche e sociali.