Google ha reso noto che il progetto Privacy Sandbox verrà profondamente modificato, sottolineando inoltre che il browser Chrome continuerà a supportare i cookie di terze parti. Le ragioni di questo vero e proprio dietrofront andrebbero ricercate nelle API Privacy che sarebbero risultate particolarmente impegnative da implementare.
Nella su forma iniziale Privacy Sandbox avrebbe dovuto introdurre un sistema alternativo ai cookie per il tracciamento cross-site, questo appunto tramite l’uso di apposite interfacce da parte dei gestori dei siti Web. Mountain View aveva programmato di rilasciare tali cambiamenti già nel 2022 per poi riviare tutto alla fine del 2024. Ciò però non succederà.
#Google has confirmed a new approach to third-party cookies. Instead of removing them from #Chrome, it will introduce a user-choice prompt.
We’re considering the impact of this announcement and welcome views until 12 August.
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— Competition & Markets Authority (@CMAgovUK) July 22, 2024
Stando a quanto dichiarato dall’azienda californiana, le sperimentazioni condotte fino ad ora avrebbero fatto emergere dei miglioramenti dal punto di vista della tutela della privacy, consentendo comunque agli inserzionisti di monetizzare tramite gli annunci online. Nonostante ciò il passaggio dai cookie alle API potrebbe richiedere molto più tempo del previsto.
L’intenzione sarebbe ora quella di lasciare che siano gli utilizzatori a decidere se caricare o meno i cookie di terze parti sul proprio browser. Tale impostazione dovrebbe essere modificabile in qualunque momento ma l’introduzione di un sistema di questo genere richiederà per forza di cose il nullaosta da parte dei regolatori istituzionali.
La decisione di Google arriva per molti versi inaspettata ma sembrerebbe che il progetto Privacy Sandbox non sia destinato all’abbandono, così come le API collegate al servizio. Stando così le cose i cookie di terze parti continueranno ad essere ancora per lungo tempo il metodo più diffuso per il tracking della abitudini degli utenti su Internet.